Gli agenti sbagliarono a scrivere il verbale, inserendovi il numero della della patente ordinaria invece di quello della CQC. Un errore che in circostanze normali può essere una scocciatura, ma che per l'autista ha rappresentato il rischio del licenziamento, perché con questa sottrazione, la sua patente perse tutti i venti punti. Qquindi la Motorizzazione gli revocò la patente, costringendolo a ripetere l'esame. Ciò significa, in concreto, non poter guidare per qualche mese. Per scongiurare questo rischio, l'autista si recò alla Motorizzazione Civile di Cremona (dove risiede) spiegando la situazione, ma gli addetti rifiutarono di revocare il provvedimento.
Perciò, il camionista dovette presentare un ricorso al Giudice di Pace, che finalmente in un'udienza a maggio gli diede ragione, ordinando il ripristino dei punti sulla patente e costringendo anche la Prefettura di Ascoli Piceno a rimborsare 264 euro versati per avviare la causa. Ma chi gli rimborserà il tempo perso e lo stress causato da questo esempio di mala amministrazione, che si è protratta lungo l'intero iter amministrativo, da chi ha svolto il controllo su strada fino agli uffici della Motorizzazione? Per non parlare, ovviamente, del costo dell'avvocato.
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