Le prime testimonianze dei migranti raccontano una vicenda iniziata in Serbia, quando sono saliti sull'autoarticolato dopo avere pagato una forte somma a un intermediario. Per venti ore, i cinque uomini hanno viaggiato in piedi, senza bere e senza mangiare nulla. Il camion era partito dalla Macedonia ed era diretto in Spagna, percorrendo l'intero tragitto su strada. Ha varcato il confine italiano a Trieste ed ha viaggiato ininterrottamente fino all'area di servizio Bormida Ovest, dove è stato controllato dagli agenti della Polizia Stradale, avvisati da altri autotrasportatori che avevano sentito rumori provenienti dal semirimorchio.
In un primo momento, i due autisti slovacchi dell'articolato sono stati solamente fermati per accertamenti, avendo dichiarato la loro estraneità al trasporto clandestino, ma dopo la testimonianza dei profughi gli inquirenti li hanno incriminati per traffico di persone, perché è emersa la loro consapevolezza della presenza a bordo dei cinque uomini. È quindi scattato l'arresto, con l'aggravante di avere riservato ai cinque uomini un trattamento inumano, a causa dello scarso spazio riservato loro nel vano di carico e della mancanza di acqua e cibo.
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