L'Asaps descrive il fatto come "uno scenario da incubo, quasi simile a un attentato", tanto da definirlo "terrorismo stradale". Un reato che non esiste, ma esiste pienamente, secondo l'associazione, quello di omicidio stradale. Ora l'autista slovacco dell'autoarticolato che ha travolto la vettura di una famiglia marocchina, uccidendo i genitori e ferendo gravemente i tre figli, è nel carcere di Vercelli con tre gravi accuse: duplice omicidio, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.
L'Asaps lancia un appello per evitare che il responsabile del grave incidente non venga rilasciato dopo pochi giorni, come è possibile dal punto di vista giuridico perché si tratta di carcere preventivo. L'associazione ritene che le accuse rivolte all'autista possano causare una condanna fino a quindici anni di prigione, se i giudici confermeranno i reati di duplice omicidio e omissione di soccorso. L'indagato non deve essere rilasciato in tempi brevi perché "non tornerà mai più in Italia come abbiamo già avuto modo di constatare in casi simili", spiega l'Asaps, che aggiunge: "Sarà anche interessante, prima o poi, capire se con un mandato di cattura europeo o con l'estradizione, questi incursori stranieri saranno rimandati da noi a scontare la pena". L'associazione annuncia anche che chiederà di costituirsi parte civile nel processo.
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