Il camion aveva appena caricato mobili a Reggio Emilia e stava imboccando l'autostrada a Reggio Emilia, quando l'autista ha visto la paletta rossa della Polstrada. E non deve essere stato un bel momento per lui, perché di scheletri in cabina ne aveva parecchi. Alla richiesta della patente, il camionista, un messinese di cinquant'anni, ha cercato di cavarsela dicendo che l'aveva dimenticata a casa. Ciò non è bastato per evitare il controllo, anzi gli agenti hanno approfondito la questione, chiedendo la documentazione del veicolo. E qua è apparsa la prima magagna, perché il certificato di revisione era stato falsificato.
La seconda magagna è emersa dall'analisi dei dati del cronotachigrafo, perché risultava che l'autista aveva superato le ore di guida consentite. A questo punto, gli agenti hanno voluto approfondire ancora la questione e hanno portato l'autista al Comando della Polstrada, per verificare la questione della patente. Dal controllo tramite computer, è emersa la terza grave magagna: una patente c'era, ma era stata revocata. Inoltre, l'autotrasportatore non aveva l'autorizzazione al trasporto in conto terzi e non aveva registrato il passaggio di proprietà del veicolo.
L'indagine degli agenti è continuata, scoprendo anche che in altri casi l'uomo aveva fornito false generalità. Le conseguenze sono molto pesanti: oltre ad avere sommato una multa di 26.965 euro, l'uomo ha subito diverse denunce penali per i falsi documenti e il camion è stato sospeso dalla circolazione.
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