L'inchiesta è iniziata nel maggio del 2014 quando il titolare di una stazione di servizio del centro di Jesolo, in provincia di Venezia, ha notato e segnalato alla Polizia un'anomalia nei prelievi automatici. Una sola carta carburante era stata usata per prelevare 560 litri di gasolio, pari a 1150 litri. In sé, la cosa non soprende, perché la carta era intestasta a un'azienda di autotrasporto e i serbatoi dei camion possono contenere facilmente quella quantità.
Ma l'anomalia è emersa guardando il video della telecamra del distributore, dove appare che il rifornimento non è avvenuto a un veicolo industriale, bensì a sei autovetture con targhe moldava, bulgara o rumena. Guardando il video, gli agenti hanno notato anche che le autovetture si recavano al rifornimento a coppie, mentre gli altri conducenti aspettavano che i primi finissero, per poi procedere.
Il primo passo dell'indagine è stato chiamare l'azienda di autotrasporto, con sede a Istrana, titolare della carta carburante. Da questa telefonata è emerso che la carta era ancora nella disponibilità di un autista che risiede in Germania e che in passato la stessa azienda aveva già subito clonazioni della carta. Verificato che si trattava di una frode, e dopo la denuncia dell'autotrasportatore, gli agenti hanno recuperato i numeri di targa delle vetture, grazie al video ad alta definizione, che ha reso riconoscibili anche i volti.
Per conoscere chi sono i titolari degli autoveicoli, la Polizia italiana si è rivolta al Centro di Cooperazione di Polizia di Thorl Maglern, in Austria, che ha contatato le polizie dei vari Paesi coinvolti, fornendo l'informazione. È emerso che tutti i titolari delle autovetture hanno nazionalità rumena e moldava, ma risiedevano in Italia. Inoltre, una di queste persone aveva subito un controllo su strada poco prima del rifornimento a Istrana, vicino alla sede dell'azienda che aveva subito la clonazione. Dopo avere rintracciato tutte le persone coinvolte nella frode, la Polizia le ha denunciate per concorso in indebito utilizzo di carte di pagamento, che prevede una pena fino a cinque anni.
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