A dispetto degli scettici e di chi, come i No Tav, credono sia ancora possibile depennare la realizzazione del tunnel ferroviario di base del Moncenisio sostenendo che finora sono stati realizzati solo interventi collaterali, il bilancio di fine 2024 di Telt, il promotore della costruzione e gestione della tratta transfrontaliera della Torino-Lione, propone una narrazione decisamente più densa di avvenimenti.
Nel corso del 2024 si è registrato un volume di lavori eseguiti pari a un miliardo di euro su un totale di quasi nove miliardi di appalti già aggiudicati. A fine anno sono stati scavati poco meno di 40 chilometri di gallerie, un quarto del totale di quelle previste tra Susa e Saint-Jean-de-Maurienne e in particolare 15 chilometri sono quelli del tunnel di base definitivo.
Con puntigliosa precisione nel bilancio di fine 2024, Telt riassume, cantiere per cantiere, i risultati conseguiti nel corso dell’anno. Partendo dall’Italia, a Chiomonte sono iniziati i carotaggi per le indagini ambientali sul piazzale e all’esterno è stato completato l’impalcato del ramo di immissione verso Torino del nuovo svincolo autostradale, che consentirà ai mezzi di lavoro di raggiungere il cantiere senza pesare sulla viabilità locale. Contestualmente è stata ordinata alla società tedesca Herrenknecht la prima delle due frese per lo scavo del tratto italiano del tunnel di base.
A Salbertrand, terminate le bonifiche del sito in passato utilizzato come discarica incontrollata, sono stati avviati i lavori di connessione con l’autostrada per servire la futura stazione di betonaggio che utilizzerà direttamente gli inerti degli scavi. A San Didero-Bruzolo è stato completato il piazzale e le due rampe di accesso dall’autostrada Torino-Bardonecchia del nuovo autoporto, un’area di sosta e di servizi a favore dei veicoli industriali che valicano il confine.
Decisamente più avanti i lavori nella tratta francese, appaltati per primi. A Saint-Martin-la-Porte è stata trasportata e montata in galleria la prima delle cinque frese che scaveranno in Francia. Parallelamente sono stati installati i nastri trasportatori per gestire i materiali di scavo; infine, sul cantiere di La Praz si è concluso lo scavo della galleria di interconnessione tra la discenderia esistente e la caverna tecnica. A Villarodin-Bourget, nell’area dove si trova la discenderia, è stato completato il sistema di gallerie, con caverne ampie fino a 420 metri quadri, necessarie a ospitare due frese per lo scavo del tunnel di base in direzione Italia insieme al sito di sicurezza sotterraneo di Modane.
A Saint-Julien-Montdenis lo scavo con tecnica tradizionale delle due gallerie del tunnel di base ha superato i 1.300 metri in ognuna delle canne e sono stati realizzati i primi sei by-pass, che garantiranno il passaggio pedonale tra le due gallerie in caso di emergenza o manutenzione. A Saint-Jean-de-Maurienne è stato varato il nuovo viadotto ferroviario sul torrente Arvan nell’ambito dei lavori per l’interconnessione ferroviaria con la linea storica. Tra Modane e Fourneaux è stata aperta la nuova circonvallazione stradale che permette ai mezzi di cantiere di muoversi senza impattare sulla viabilità locale. Nella valle della Maurienne sono partite le attività del cantiere che gestirà i materiali di scavo sul lato francese dove è previsto il riutilizzo nel calcestruzzo di oltre la metà degli inerti estratti dalla montagna.
Dal punto di vista ingegneristico spiccano i lavori che riguardano il lotto di Avrieux. Qui sono ubicati quattro pozzi di ventilazione paralleli con un diametro di 5,2 metri e profondi 500 metri l’uno, essenziali per lo scambio d’aria a servizio del tunnel di base. Tre di questi quattro manufatti sono già stati completati. Lo scavo, per garantire la massima sicurezza, è avvenuto con una tecnologia sviluppata per l’industria mineraria specifica per l’avanzamento in verticale attraverso un foro pilota che poi viene portato alla dimensione definitiva con delle frese che fanno cadere per gravità nella camera al piede dei pozzi il materiale estratto. Qui opera anche un robot innovativo, progettato e realizzato per questo scopo che, comandato da remoto, consolida il calcestruzzo nel caso lo scavo presenti alcune cavità non rispondenti al modello voluto.
Piermario Curti Sacchi